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AL TEATRO DI SAN VITALIANO VANNO IN SCENA I MATT…ATTORI CON L’ULTIMA COMMEDIA SCRITTA E DIRETTA DA THOMAS MUGNANO “IL MONDO è FATTO A SCALE C’è CHI SCENDE E C’è CHI SALE”.

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Domenica 13 maggio 2018, alle ore 20:00, nel teatro di San Vitaliano è andata in scena l’ultima commedia scritta e diretta da Thomas Mugnano. Ricco e variegato il cast di attori che si è esibito con naturalezza espressiva ed estro professionale, catalizzando vivamente l’attenzione degli spettatori presenti in sala. Questo il breve riassunto: l’attore e regista Thomas Mugnano immagina che gli eventi si svolgono all’interno di un condominio, affresco umano costellato dalle personalità più eterogenee e dalle mille sfaccettature che si prestano a interpretazioni nuove e diversificate. Al centro della scena una grossa scala dove “c’è chi scende e c’è chi sale”, un viavai di condomini, ciascuno portavoce di una sua diversa visione della vita. Una portineria scarna, con un semplice computer e un attaccapanni.I tratti dei personaggi, messi in scena, presentano caratteristiche fisse e stereotipate, tra cui alcuni mostrano lati di una precisa identità personale. Abbiamo un professore distinto che, nelle sue vacue conversazioni con il portinaio, interpretato da Thomas Mugnano, dà sfoggio della sua totale inconsistenza, arrivando persino a cambiare tempestivamente, come una banderuola, le sue opinioni, facendosi persuadere a modificare il suo tifo calcistico , addirittura per la Juventus; un bambino piccolo che, con la sua divertente ironia e le sue salaci battute, cattura l’interesse del pubblico, strappandogli sonore e rumorose risate; un giovane rapper che si esibisce in grottesche interpretazioni musicali, punzecchiato e redarguito a dovere  dal portinaio, uomo forte e determinato, almeno apparentemente; poi una dottoressa, l’addetta alle pulizie, la moglie e la figlia del portinaio, una venditrice di pubblicità, un venditore a domicilio. Continui e quotidiani si affastellano e si rincorrono i pettegolezzi, gli inciuci, le vili insinuazioni,   le indecenti illazioni, la smaniosa, morbosa e patologica curiosità  che spinge l’essere umano a porgere l’orecchio e allungare l’occhio nei fatti e nell’intimità altrui. E qui arriviamo al nocciolo della questione e al centro della scena: un uomo distinto e  raffinato, venuto ad abitare recentemente nel succitato condominio, è alle prese con il suo lavoro, così stacanovista da rinunciare alla sua vita privata( è sposato, apparentemente in maniera felice con una donna, distinta anche lei), ai suoi affetti al punto da lasciare spesso la moglie, bella e giovane, da sola e incustodita, per volare fino a Milano. Le donne pettegole del condominio sentono rumori strani provenire dal loro appartamento, rumori e suoni che via via si fanno sempre più nitidi e distinti, aprendo le porte alla più fervida immaginazione: gemiti, sussulti, amplessi tipici di chi è amorevolmente immerso in una goduria sessuale: forte, veemente e passionalmente infuocata. Amplessi amorosi costellati da un linguaggio vermiglio e divertentemente colorito. All’idea originaria  che i due coniugi ne fossero gli indiscussi protagonisti, si sostituisce e si fa strada sempre più chiaramente una cruda e sempre più scoperta verità: la signora in questione ha un’amante con cui passa notti infuocate e indecorose, in assenza del marito, talmente preso dal suo lavoro, da non accorgersi che la moglie lo tradisce sotto il naso e non per la prima volta. Dall’intreccio della trama vengono fuori nomi di altri amanti con cui la gentile signora era solita  intrattenersi e gettarsi nelle performance sessuali. Parte la caccia all’uomo: la scena diviene concitata, i condomini si lanciano nelle insinuazioni più assurde e irreali, azzardano, fanno passi indietro, riprovano, ritentano in un groviglio di esternazioni verbali ora logiche ora illogiche, tipiche di coloro che, per ammazzare la noia, riducono il loro tempo in perfidi giudizi ammazza-sentenze. Alla fine cosa si scopre? Colpo di scena: l’amante della donna è proprio il portinaio, uomo tutto d’un pezzo, rigido moralista, sempre pronto a dare lezioncine alla sua povera figlia e alla sua povera moglie, chiacchierona, passionale, dalla battuta pronta e spigliata. E’ proprio lui che cela il suo più grande peccato, è proprio lui l’uomo a cui la giovane signora si concede in maniera dissoluta e disinibita. Colti in fragranza di reato dal marito che, dopo aver impugnato un coltello affilato, sembra pronto a colpire senza remore il portinaio, ferito e vilipeso nella sua dignità di uomo. Toccante e significativo il monologo della moglie, con cui gli rinfaccia le sue prolungate assenze, il suo morboso attaccamento al lavoro, la sua mancanza di attenzione, cosa che porterà la donna a ricercarle in altri nidi e in altri uomini. Pregnante ed emozionante anche il monologo del portinaio, magistralmente  interpretato dall’attore e regista Thomas Mugnano, con cui cerca di persuadere a più non posso moglie e figlia ( disgustate dal suo comportamento e fermamente  decise ad andare via per sempre, lasciandolo solo al suo destino),a rientrare in sé stesse e a ragionare in maniera lucida. L’uomo, triste, amareggiato, solo, al centro di una calma piatta e  di un assordante silenzio scenico, fermamente e convintamente ricorda a sé stesso e  agli spettatori le fragilità e le debolezze di un essere umano che, spesso, scaturiscono  dalle situazioni di vita quotidiana in cui si è immersi, dai comportamenti irriguardosi e irrispettosi dei propri cari, da parole taglienti  e spigolose che, come una lama, feriscono la sensibilità e l’animo umano, al punto da generare reazioni pericolose e comportamenti carichi di conseguenze (molte le stoccate  alla moglie, spesso cinica per l’inattività sessuale del marito, per il tempo che passa, per l’aspetto estetico e fisico, sempre del marito). Spesso l’uomo, ogni uomo ha voglia di riscatto. Ha voglia di ricordare che esiste, che la sua dignità viene prima di tutto, anche a costo di trascinare i propri cari in un baratro senza fine. Esattamente come avviene nella nostra commedia. Ricordiamo i nomi degli attori che si sono esibiti: Carlo De Vivo, Mariarosaria Ruotolo; Antonia Tudisco; Alice Grandi; Giuseppe Tudisco, Filippo De Simone, Mirko Mugnano, Antonio Alfano, Maria Luisa Gremito, Anna Mugnano, Ciro Mascolo, Mikela Russo, Carmela Russo, Anna Napolitano, Monica Chiancone, Rosa Miele e Gennaro Meo, presidente dell’associazione “I Mattatori”.

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