Chiuso lo scorso 17 ottobre 2016 dalla Polizia Metropolitana, riapre il Calzaturificio in via Izzo tra mille polemiche ed un eterno iter burocratico. Proprio qualche settimana fa, precisamente il 24 gennaio, l’imprenditore caivanese G.P., proprietario della fabbrica, ha avuto il requisito contestatogli e costatogli l’interruzione della sua attività, ovvero, il certificato di emmissioni in atmosfera. A MetNews ha dichiarato:”Ho sempre rispettato la legge, nonostante i tempi duri sono uno dei tanti coraggiosi che ha deciso di restare e continuare a fare impresa sul territorio dove sono nato; il sequestro della fabbrica mi è costato tanto, non solo in termini economici, ma soprattutto sul prfilo personale, avevo fatto richiesta del certificato in questione, ma la macchina amministrativa caivanese è lenta e poco organizzata, questa cattiva gestione da parte degli addetti ai lavori mi è costata tanto”, continua G.P., molto provato in viso, sia umanamente che professionalmente, ” Il primo pensiero sono stati i miei dipendenti (pressappoco 10) e le loro famiglie, per non parlare del lavoro perso, avevo ordini commissionati anche da aziende americane”. Questa triste storia ha avuto il dolce epilogo, ma rimane l’amaro da parte di chi, con tanti sacrifici, impegno e sudore, per cavilli e negligenze comunali è costretto a subire in silenzio le incompetenze altrui, all’imprenditore caivanese vanno i nostri più sentiti auguri.