Il sindaco di Crispano ha dovuto ordinare la chiusura di quella parte del camposanto più datata (S.S. Trinità), per garantire l’incolumità pubblica. Le notizie sul camposanto di Cardito e Crispano, sono davvero variopinte. Qui i numeri al lotto li danno i vivi e non più i morti. A sentir parlar i due sindaci, qualcuno addirittura ha iniziato a credere che ci fossero dei fantasmi che gestiscono il martoriato camposanto. Da anni si dice sempre che la colpa è di qualcuno, ma questo qualcuno non ha mai avuto un nome e un cognome. Infatti, come di consueto, tutti i sindaci dei due comuni, quelli di ieri e quelli di oggi, ogni anno, dicono che la colpa delle condizioni pietose in cui versa il camposanto è di chi c’era prima.
Ogn’anno, il due novembre, c’é l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero. Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch’io ci vado, e con dei fiori adorno il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza … . St’anno m’é capitato ‘navventura, dopo di aver compiuto il triste omaggio. ‘O fatto è chisto, statemi a sentire.
Chi doveva vigilare non l’ha fatto, dice il nuovo sindaco di Crispano, l’avvocato Michele Emiliano. Lui è stato eletto solo qualche mese fa (maggio 2019) e quindi non ha colpe. L’ingegnere. Giuseppe Cirillo, sindaco di Cardito dal 2012, intervistato a marzo scorso, aveva dato la colpa all’ufficio tecnico di Crispano.
Stu fatto a me mme pare strano… Stongo scetato… dormo, o è fantasia ? Ate che fantasia; era ‘o marchese: c’o’ tubbo, ‘a caramella e c’o’ pastrano; chill’ato apriesso a isso un brutto arnese; tutto fetente e cu ‘nascopa mmano. ‘Int ‘a stu fatto i’ nun ce veco chiaro: so’ muorte e se ritirano a chest’ora ?
Ricordiamo che il camposanto è gestito dai due Comuni, con l’istituzione di un consorzio, composto dall’assemblea dei due sindaci (oggi Cirillo ed Emiliano) e da un consiglio di amministrazione, i cui membri vengono nominati dagli stessi due sindaci. Ad uno di questi viene affidato anche il mandato di presidente del C.D.A. I membri del consiglio di amministrazione, dal 2010, non percepiscono neanche un euro, mentre i due sindaci (Cirillo ed Emiliano) costano ai rispettivi Comuni circa 3.000,00 euro al mese. Il cimitero rientra nelle funzioni indispensabili dei rispettivi Comuni. Pertanto l’indennità percepita, quando hanno accettato il mandato, era comprensiva anche del ruolo che avrebbero dovuto svolgere per il camposanto. Dal 2004, quando era presidente del C.D.A. l’avvocato Anna Castiello, veniva affidato un incarico di 18 ore a settimana (praticamente un lavoro part time al 50 %, in aggiunta a quello Comunale a tempo pieno), ben retribuito, al responsabile finanziario e a quello tecnico. Negli anni successivi però, precisamente dal 2015, il presidente Gregorio Imitazione, iniziò a sollevare qualche perplessità sulla remunerazione di queste 18 ore a settimana, soprattutto perché non si riusciva a capire come il consorzio avrebbe controllato l’effettivo svolgimento di quelle ore di lavoro (cioè, dove e quando marcavano). Finalmente ad aprile del c.a., il segretario comunale dichiarava l’illegittimità di quella delibera del 2004 e invitava il C.D.A. a provvedere alla sua immediata revoca.
Nonostante ciò, l’attuale presidente del C.D.A., avvocato Salvatore Lima, nominato dal sindaco Cirillo, non procede per far revocare quella delibera. In pratica, il compito di vigilare sulla costruzione dei loculi, sui presunti imbrogli, sulle lampade votive, sui continui contenziosi persi e sullo stato generale di fatiscenza dell’intero camposanto (così come lamenta anche il nuovo sindaco di Crispano) spettava principalmente ai funzionari del consorzio (il funzionario amministrativo, inamovibile geometra Ferdinando Fusco e grande elettore di Cardito, quello dell’ufficio tecnico di Crispano e ad alternanza, quello dell’ufficio finanziario di uno dei due Comuni). Inoltre, la progettazione, la direzione dei lavori e il ruolo di collaudatore, dei costruendi loculi, è stato sempre occupato da tecnici esterni incaricati con spartizione politica dai partiti di maggioranza dei due Comuni (dove i sindaci sicuramente erano determinati nella nomina) e che sono costati la bellezza di circa 200 mila euro solo nel secondo appalto. E se quella delibera del 2004 dovesse essere davvero illegittima, i dipendenti comunali che si sono alternati, dovrebbero restituire tutti assieme circa 400 mila euro per aver percepito indebitamente lo stipendio dal consorzio. Un bottino di 600 mila euro. Per carità, si tratta di valutazioni sommarie, ma se fossi uno dei due sindaci, anziché fare la caccia alle streghe o ai fantasmi, inizierei a metter in mora tutti questi signori e a dare un nome e cognome ai presunti responsabili (ndr).
Un sindaco, se vuole distinguersi da quelli precedenti, anziché fare lo struzzo o il ‘gallo sulla monnezza’, soprattutto quando gli atti irregolari gli vengono messi in chiara evidenza, iniziasse ad agire legalmente, indipendentemente dal fatto che si possa trattare di qualche amico dell’amico. Perché la magistratura che è già arrivata – e solo grazie ai cittadini che si radunarono a marzo scorso e che si sono dati appuntamento per il 30 novembre prossimo alle ore 10 fuori al cimitero, arriverà ad accertare i responsabili, ma i lavori dei loculi potranno essere sbloccati solo se i due sindaci saranno capaci di coordinare le procedure che gli addetti ai lavori, profumatamente pagati, dovrebbero avviare. La bozza del CTU è chiara. Si potrebbero chiedere i danni ai responsabili; sospendere la ricostruzione dei loculi nell’ipogeo, che non sono urgenti, rispetto alle necessità accertate; inoltre si potrebbe variare il completamento delle facciate, con una facciata più semplice e meno costosa, sostituendo l’attuale ditta e affidare i lavori di completamento con somma urgenza ad una nuova ditta.
Da Voi vorrei saper, con quale ardire e come avete osato di farvi seppellir, per mia vergogna, accanto a me che sono blasonato !
Cari sindaci, siete stati eletti per controllare l’operato dei funzionari e per risolvere i problemi.
Perciò, stamme a ssenti… nun fa”o restivo, suppuorteme vicino-che te ‘mporta ? Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive: nuje simmo serie… appartenimmo à morte !