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Fattore estetico: La medicina estetica rigenerativa

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(Intervista di Tiziana Viscardi)

Abbiamo intervistato il Dott. Salvatore Farina a cui abbiamo chiesto di fornirci informazioni più specifiche su questa nuova metodologia clinica in ambito estetico:

Dottore ci può spiegare in cosa consiste la medicina estetica rigenerativa?

Quando la Medicina rigenerativa incontra la Medicina estetica, nasce la Medicina estetica rigenerativa. Le due branche si sono incontrate per contrastare l’invecchiamento naturale e irreversibile della pelle, orientandosi verso trattamenti che consentano di mantenere un aspetto sano, naturale e giovane nel tempo. Non parliamo, quindi, di trattamenti estetici fini a se stessi, ma, di metodi biologici naturali che tendono a ripristinare le migliori condizioni vitali della cute con evidenti effetti sull’estetica. Un nuovo approccio al ringiovanimento viso-corpo, in linea con le tendenze di una bellezza sempre più naturale: si aprono le frontiere di una medicina che prevede un utilizzo sempre più limitato di farmaci e sostanze di origine sintetica a favore di metodiche biologiche rigenerative naturali. La Medicina estetica rigenerativa si basa fondamentalmente sul ripristino della collagenogenesi mediante:

  1. Utilizzo del PRP (Plasma Ricco di Piastrine) per il ringiovanimento, una procedura non invasiva che sfrutta la potenza di guarigione delle piastrine e dei fattori di crescita del sangue;
  2. Utilizzo del CGF (Concentrated Growth Factors), più consistente e concentrato del PRP del quale è un’evoluzione, che esercita un’azione stimolante sui processi riparativi delle lesioni cutanee;
  3. Utilizzo di device medicali (radiofrequenza, ultrasuoni focalizzati ecc)
  4. Impianto autologo di tessuto adiposo emulsionato per sfruttarne la capacità delle cellule staminali totipotenti. Utilizzo di biostimolanti atti a incrementare il numero dei fibroblasti e la produzione di collagene.

In modo particolare, come avviene per la Medicina estetica rigenerativa?

La medicina estetica rigenerativa si basa sul trattamento più richiesto: Il filler (=riempitivo, dall’inglese to fill = riempire) è un materiale iniettato in vari distretti del corpo, a livello del derma o dell’ipo-derma per correggere, mediante il riempimento, gli inestetismi del volto come rughe, solchi, depressioni, cicatrici incavate.

Cosa vuol dire che un filler è monofasico o bifasico? E quale è migliore?

Come certo sapete il filler non è altro che acido ialuronico legato (cross-linkato) a una molecola (chiamata BDDE) che ne impedisce il rapido riassorbimento. Questo legame permette la durata di mesi dell’effetto rimodellante ottenuto con il trattamento.  Un filler è monofasico quando tutto l’acido ialuronico presente è legato a questa molecola protettiva.  Un filler è bifasico quando una parte di acido ialuronico è legato alla molecola protettiva e una parte è libero.

Quali sono i vantaggi di un bifasico?

La quota libera di acido ialuronico serve da biostimolante quindi abbiamo un doppio effetto. Uno immediato di rimodellamento e un altro di consolidazione del risultato nel tempo. Però la durata del filler è ridotta. I vantaggi del monofasico sono per lo più in termini di durata poiché non essendoci quota libera di acido ialuronico il riassorbimento è rallentato. Se però la durata aumenta, la consolidazione del risultato nel tempo diminuisce per lo scarso effetto biostimolante.

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