“Ho fatto tutto il possibile, le ho lasciato il lavoro fatto. Ora tocca a lei”. Così, secondo La Stampa, avrebbe commentato Mario Draghi, un virgolettato che lascia trasparire tutta la rabbia del premier nei confronti di Giorgia Meloni, quest’ultima ha parlato di ritardi da recuperare in materia di Recovery Plan. La neo eletta, ha inoltre aggiunto che sarà colpa del suo governo, probabilmente lo ha detto per strapparsi di dosso l’etichetta di draghiana. La risposta di super Mario non si è fatta attendere però: “Nessun ritardo sul Pnrr. Il prossimo governo proseguirà il nostro lavoro”.
Draghi, sul Pnrr lascia in eredità alla Meloni 15 miliardi spesi su 29,4 previsti per il 2022, incassando dall’Europa altre due rate da 42 miliardi oltre al perfezionamento da quasi 25 che serviranno per la transizione ecologica e digitale dell’Italia entro il 2026. E’ pur vero che i ritardi su alcuni progetti ci sono, soprattutto a causa dei costi in merito alle opere pubbliche e alle procedure. Stando alle previsioni, i ritardi si verificheranno anche per il 2023 e per il 2024. Secondo il governo però, gare, bandi e aggiudicazioni si recupereranno sul rush finale, anche perché, le regole del Pnrr sono completamente diverse dai fondi di Bruxelles.
Indiscrezioni, fanno sapere che nell’ultimo vertice di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni avrebbe annunciato che non andrà al Consiglio Europeo, in calendario per il prossimo 20 e 21 ottobre. “A cosa serve forzare i tempi per un appuntamento in cui si rischia di portare a casa poco? O che sia un fallimento?”. In quei giorni, spiega Fdi, la premier non avrà ancora ricevuto la fiducia e quindi dovrà difendere un dossier preparato dal governo che l’ha preceduta. “Si rischia di andare a litigare per ottenere un pugno di mosche”, questo è il ragionamento, con la paura di ricevere un’accoglienza non lodevole in Europa. Questi motivi spingono Giorgia nazionale a confermare il suo no. Nonostante la rabbia di Draghi. I tempi si stringono anche per la legge di Bilancio. Draghi e Daniele Franco, intanto, potrebbero presentare già la prossima settimana il Documento programmatico di Bilancio, rispettando la scadenza Ue di metà ottobre.
Ultima diatriba tra Draghi e Meloni si chiama Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea. Panetta, con tutta probabilità, non sarà il futuro ministro dell’Economia. La leader di Fdi aveva puntato proprio su quest’ultimo, anche se lo stesso Panetta, ambisce a succedere a Ignazio Visco, come governatore di Bankitalia.