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CAIVANO, acerrima protesta dei dipendenti comunali, indetta assemblea

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Poche ore fa, si è tenuta l’assemblea sindacale dei dipendenti del pubblico impiego del Comune di Caivano, stanchi e attanagliati dalla “tediante” situazione, raccogliamo per dovere di  cronoca l’istanza mediante missiva arrivata in redazione. La deontologia di chi fa informazione ci impone di dover dare spazio e voce, a chi, da tempo, è costretto  a subire in silenzio, cercando con dignità e professionalità di adempiere ai propri doveri, non scadendo in negligenze gratuite.

“Ormai sempre piu’ in voga l’ignobile compagna di denigrazione del dipendente pubblico che ruba lo stipendio, fannullone, privilegiato e compagnia cantando. Questo ignobile argomento serve a guadagnare facili consensi tra quella parte di cittadini disinformati e più permeabili alle campagne orchestrate da governi di destra e di sinistra oltre che dai media di regime. Campagne per preparare quel brodo sotto culturale favorevole per attaccare i diritti e il salario dei lavoratori dei comparti pubblici.

Ma di cosa stiamo parlando: è bene che tutti sappiano a quanto ammontano gli stipendi che i dipendenti pubblici (comunali) “rubano”. I tabellari, ossia la parte stabile dello stipendio, è in media significativamente più bassa di qualsiasi comparto privato a parità di qualifica. Solo per fare un esempio, un operatore o esecutore amministativo nell’area della categoria B (1,2,3,4..ec) senza quegli spiccioli di indennità integrativa (Salario Accessorio) prevista da contratti decentrati collettivi , arriverebbe a circa mille euro al mese dopo magari venti o trent’anni di lavoro. Comprendendo le indennità che, attraverso una difficile e faticosa contrattazione aziendale un operatore di un comune arriva attualmente ad uno stipendio di circa 1.300 Euro al mese. Sfido la cattiva informazione a verificare se tali stipendi sono, in primo luogo un furto, e in secondo luogo se un lavoratore di un altro ente pubblico o azienda privata, a parità di inquadramento, abbia uno stipendio complessivamente minore. La verità è che la struttura del salario dei dipendenti pubblici, ci penalizza in quanto è alta la parte variabile dello stipendio che si attribuisce proprio con la contrattazione aziendale, valutando gli effettivi disagi o particolare impegno e responsabilità di ogni singola mansione lavorativa.

Il difetto però, è che proprio la natura “variabile” di questa parte del salario lo espone alla volatilità, infatti, un qualsiasi taglio delle risorse, difficoltà di bilancio dell’ente, cattiva contrattazione o l’intervento normativo possono decretarne la decurtazione o l’abolizione, pur non cambiando contestualmente l’organizzazione del lavoro per la quale quella parte di salario si assegna. Naturalmente lo stesso discorso vale per tutti i profili che, spesso in condizioni estreme, è chiamata a svolgere piu’ compiti e servizi che esulano da quelli di naturale competenza . Ma vanno considerati tutti , gli operatori e i docenti delle scuole materne comunali , agli esecutori, agli autisti scuolabus. Il medesimo ragionamento vale per gli operatori dei servizi sociali , per chi lavora nei punti anagrafici e ad altri sportelli aperti al pubblico, ai messi notificatori, agli operatori culturali, agli addetti ai servizi tecnici, a chi si occupa di gestire i sistemi informatici. A questi bisogna aggiungere il personale amministrativo delle varie direzioni (urbanistica, risorse finanziarie, cultura, istruzione, patrimonio immobiliare, sviluppo economico, sport ecc.) chiamato a gestire un’enorme mole di lavoro per far funzionare la complessa macchina organizzativa e burocratica del comune di Caivano. Per completezza di informazione bisogna chiarire una volta per tutte, e siamo pronti a dimostrarlo (buste paga alla mano), che i lavoratori e lavoratrici del Comune di Caivano con contratto dei livelli enti locali percepiscono stipendi, comprensivi delle indennità, che vanno dai poco più di mille euro degli inquadramenti più bassi ai circa mille e ottocento di quelli più alti, che i dipendenti pubblici in genere, a differenza della maggior parte degli altri comparti, godono solo della tredicesima mensilità. Potremmo aggiungere che l’ultimo rinnovo contrattuale risale al 2009, che non c’e’ ancora nessun rinnovo contrattuale e che quindi cala sempre piu’ il potere d’acquisto.

l’Amministrazione non muove un dito per tutelare la retribuzione dei propri dipendenti e quindi del buon funzionamento della macchina comunale. Al contrario, ha provveduto a tagliare i buoni pasto del 30 per cento e le risorse del salario accessorio per salvaguardare se stessa , scaricando sui lavoratori e i cittadini il dissesto finanziario. Le cosiddette progressioni orizzontali, che dal CCNL del 1999 hanno sostituito i vecchi scatti di anzianità neanche a parlarne non si stanno facendo . per le categorie A, B e C e in particolar modo la categoria B ferma e incastrata senza alcuna prospettiva di progressione economico professionale. E’ finito da un pezzo il tempo in cui i dipendenti pubblici hanno goduto di qualche vantaggio se mai c’è stato. Neanche più la sicurezza del “posto fisso” è garantita, le cosiddette “riforme” degli ultimi governi hanno decretato la licenziabilità dei pubblici dipendenti, con la differenza che non sono previsti ammortizzatori sociali. Aggiungiamo pure che il sistema previdenziale dei pubblici, ormai da oltre un decennio, è sostanzialmente equiparato a quello del privato: la pensione diventa una chimera e comunque insufficiente per campare.

Discorso diverso per i dirigenti, che hanno un contratto a parte e gestiscono ingenti quantità di denaro significando “un potere” gestionale , comportandosi da imprenditori ma con i nostri soldi, soldi pubblici . I dipendenti comunali di Caivano sono anche cittadini di Caivano e quindi vengono depredati due volte , da lavoratori e da cittadini tartassati dalle tasse locali. La verità, come spesso accade, è profondamente diversa da come viene rappresentata: è un evidente attacco politico. Esso si allinea al vento che si respira da tempo nel paese. Un vento di restaurazione autoritaria condotta dell’asse padroni-stato a danno delle classi sociali più deboli a partire dai lavoratori salariati, dai pensionati, dai precari e da coloro che un lavoro nemmeno ce l’hanno. Poi l’intervento della corte dei conti a sostegno di un amministrazione in stato di dissesto finanziario. .. La Magistratura Contabile, da organismo terzo col compito di accertare la correttezza della spesa pubblica, si trasforma in un vero e proprio braccio armato del Governo, strumento per strappare salario e diritti dei lavoratori, utile a fare cassa, utile a contenere il debito dello Stato sottraendo soldi ai dipendenti pubblici, Laddove non si arriva con la legge Brunetta, con la “spending review”, con la legge di stabilità; quando non basta la storia della contrattazione nazionale al ribasso degli ultimi due decenni e dalle varie riforme della pubblica amministrazione, lo si fa con la Magistratura Contabile.

Questo è quello che sta accadendo a Caivano , come del resto in una serie innumerevole di amministrazioni pubbliche, a dimostrazione che il Comune di Caivano non è un “caso” ma parte di una strategia. Dietro il pretesto di rilevare illeciti di varia natura, si cela la volontà di mettere in discussione l’intera struttura organizzativa dei servizi e dei lavoratori. Una volontà di demolire il settore pubblico per favorire quello privato. Dobbiamo salvaguardare i diritti minimi e le retribuzioni dei lavoratori. In questo paese sta scomparendo il diritto del lavoro. Questo è uno Stato sempre più autoritario schierato a difesa degli interessi della classe padronale e dei potentati economico-finanziari, che si autoalimenta attraverso una rappresentanza politica consociata e collaborante che, se pur con accenti diversi, contribuisce al processo di smantellamento dei residui spazi democratici. Una realtà cruda nella quale la condizione nel mondo del lavoro assomiglia sempre di più a una sorta di nuova schiavitù. Sappiano, che quando sta avvenendo nel comune di Caivano così come altrove, non è una semplice querelle giuridico-amministrativa, un contenzioso tra un ente qualsiasi e l’organismo statuale controllore dei conti, ma un attacco premeditato, un monito inquietante rivolto ai lavoratori e ai cittadini.”

USB( Unione Sindacato di Base) Caivano

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