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CoP26, manifestazioni in tutto il mondo per il clima: fino a 100.000 persone in piazza a Glasgow

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Glasgow si mobilita e fa rumore con i suoi 100mila partecipanti alla marcia per il clima promossa da Fridays for Future. Musica e cartelli accompagnano la sfilata scozzese di chi non si fida delle false promesse dei leaders del mondo sulla crisi climatica.

Anche Greta Thunberg ha sfilato, senza proferir parola, convinta che la mobilitazione dal basso debba e possa spingere i grandi della Terra ad agire invece di programmare. Tra gli slogan si ripete: “La CoP26 è un fallimento”. Unite dallo stesso claim, milioni di persone sono scese ieri in piazza in contemporanea, in tutto il mondo.

Fridays for Future ha in particolare sollevato l’attenzione verso i Paesi poveri del mondo, colpiti maggiormente dalla crisi climatica. Così nel Regno Unito, in Francia, Belgio, Olanda, Corea del Sud, Indonesia, giovani ed anziani hanno chiesto azioni pratiche ai governi del mondo.

Il senso è di accendere i riflettori sull’intero sistema climatico, compresi i problemi che riguardano le minoranze etniche o l’impatto degli allevamenti di carne sull’ambiente.

Si stima che nel 2030 l’1% della popolazione più ricca inquinerà 30 volte oltre i limiti. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici non deve semplicemente registrare dati, ma deve agire andando contro il concetto di business.

Lo sottolinea a Glasgow l’attivista Greta Thunberg, ribadendo: “La crisi climatica nasce dal principio che chi ha di più ha il diritto di sfruttare gli altri. Ma questo non si dice alla Cop, è sgradevole, è meglio ignorarlo. Ci dicono che siamo radicali, ma tenere il mondo verso 2,7 gradi di riscaldamento non è radicale, è folle”.

Intanto si costruiscono nuove infrastrutture per le fonti fossili, si aprono nuove miniere di carbone e la Cina non firma lo stop all’energia tratta dal carbone, in aggiunta, se oltre 100 Paesi firmano per ridurre la deforestazione entro il 2030, gli attivisti tuonano: “In dieci anni Bolsonaro continuerà a distruggere le foreste”.

Intanto le piccole isole del mondo gridano il rischio estinzione a causa delle inondazioni. Ad essere maggiormente piegato da questa condizione è il Sud-Est asiatico, colpito da eventi estremi, mentre gli Stati africani sono investiti di continuo da siccità e carestie. In Europa divampano gli incendi. Quanto accaduto nell’ultimo anno in Grecia, Italia e Germania, ne è la chiara dimostrazione. Per questo Glasgow e tutte le piazze del mondo si mobilitano contro l’ipocrisia dei politici in giacca e cravatta, pronti a spostarsi con jet privati per le occasioni da passerella, come la Cop26, senza adoperarsi da subito contro un’emergenza planetaria che ci porterà al rischio in futuro.

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