Home Cronaca Terremoto in Turchia e Siria: i morti salgono a 16.000

Terremoto in Turchia e Siria: i morti salgono a 16.000

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Gli esperti lo avevano previsto, purtroppo il bilancio delle vittime è salito a 16.000. Il terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria, sta mietendo una lunga scia di morti. Non si ferma l’alacre lavoro dei soccorritori, nonostante le fredde temperature, si continua a scavare sotto le macerie per cercare di salvare quante più vite umane.

Il presidente turco Erdogan, fa un passo indietro, ammettendo la lentezza dei soccorsi in alcune zone colpite dal sisma, “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile, abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha affermato il presidente – lo Stato sta facendo il suo lavoro”.

Intanto dall’ Italia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in stretto contato con il vice premier Antonio Tajani, in merito alle iniziative di solidarietà che si stanno mettendo in campo per sostenere ed  aiutare Siria e Turchia.

Alcuni volontari italiani, fanno sapere che la situazione è drammatica, centinai le richieste di aiuto e si sceglie di rispondere in base a dati oggettivi. Un bimbo di 12 anni, è stato estratto vivo dalle macerie e portato via in barella, Khadir, questo il nome del piccolo, il salvataggio è durato due ore. Stessa sorte per un altro bimbo di 8 anni, estratto vivo dopo il crollo di un palazzo nella città di Hatay.

Tra i soccorritori italiani, anche i nostri vigili del fuoco che ad Antiochia hanno salvato dalle macerie un giovane, nulla da fare invece, per una bimba, dove i pompieri, una volta estratto il corpicino, non hanno potuto fare altro che consegnarlo esanime alle autorità turche.

Non sono mancate, stranamente, le polemiche, Twitter in Turchia ha smesso di funzionare, Erdogan aveva invitato la popolazione a stare lontano dai provocatori, in merito alla diffusione di notizie false. Il social, è servito anche alle persone intrappolate sotto le macerie per segnalare la propria posizione.

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